Dopo una lunga attesa è arrivata la sacrosanta decisione da parte dell’UE: Sky Italia potrà acquisire un multiplex sul Digitale terrestre e trasmettervi in chiaro. Finalmente si è conclusa una disparità che, se in origine era giustificabile, oggi con la nuova situazione di mercato delle TV, che vede Mediaset in posizione privilegiata, era completamente inadeguata.
Una decisione che porterà sicuramente una programmazione più varia nelle nostre TV, si spera anche un’informazione più completa e pluralista (Sky TG24 per tutti?) e quindi magari anche ad un adeguamento dell’offerta delle altre televisioni (Rai e Mediaset in primis) che dovranno guardarsi da un nuovo temibile concorrente. Il tutto, si spera, a favore di noi spettatori e consumatori.
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Via libera condizionato a Sky dalla Commissione UE
ad operare sul DTTLa Commissione europea ha autorizzato Sky Italia, filiale italiana di Newscorp, a partecipare alla gara per l'assegnazione delle frequenze per il digitale terrestre in Italia. In tal modo, la Commissione ha sollevato Sky Italia da uno degli impegni assunti nel 2003, quando Newscorp ha acquisito la società nata dalla fusione di Stream e Telepiù.
La decisione è stata presa dalla UE in considerazione dei cambiamenti significativi avvenuti nel mercato televisivo italiano nel corso degli ultimi anni. La Commissione ha dunque ritenuto opportuno accogliere la richiesta di Sky Italia, pur limitando la sua offerta ad una sola frequenza e di limitarne l'operatività ai soli canali in chiaro per un periodo di cinque anni.
La Commissione però "viste le condizioni cambiate sul mercato televisivo italiano" ha sollevato l'azienda dal rispettare questa condizione. Come ha spiegato il portavoce Jonathan Todd "Sky Italia può partecipare a questa opzione, a condizione che le frequenze siano utilizzate per trasmettere in chiaro". Quindi senza offrire servizi a pagamento per almeno cinque anni e con la limitazione di una sola frequenza. La decisione della Ue "è stata "collegiale e unanime", ha chiarito la portavoce dell'esecutivo Ue, Pia Ahrenkilde.