La tolleranza politica moderna che nasce dal Talmud

William Blake in un ritratto di Thomas Phillips

La Torah, la letteratura talmudica e il giudaismo medievale hanno un ruolo decisivo per la formazione dell’idea repubblicana

di Giulio Busi

«Religione e politica non sono forse la stessa cosa?». Agli inizi dell’Ottocento, quando quell’inguaribile testa calda di William Blake poneva questa domanda ai (pochissimi) lettori del suo Jerusalem, la frase aveva ormai un valore soprattutto provocatorio. Erano quasi due secoli che gli intellettuali europei si scagliavano contro la vecchia alleanza tra Stato e Religione, e le rivoluzioni settecentesche avevano sancito la separazione tra i due domini.

Il distacco tra cosa pubblica e istituzione di fede è generalmente considerato il risultato di un lento cammino di laicizzazione della società occidentale. In un nuovo libro, destinato a far discutere, Eric Nelson dell’Università di Harvard prova a smontare questa vulgata e per farlo non esita a gettare nella mischia pii teologi protestanti del Seicento e, cosa ancora più inaspettata, un bel numero di rabbini tradizionalisti. Il volume s’intitola eloquentemente La Repubblica ebraica (The Hebrew Republic), e cerca di dimostrare che non solo la Bibbia ma anche la letteratura talmudica e le fonti del giudaismo medievale giocarono un ruolo decisivo nell’emergere della tolleranza religiosa e di una rigorosa idea repubblicana.