Hitler aveva origine ebraiche: la prova sarebbe nel suo DNA

La notizia dei risultati di questi studi sarebbe da considerarsi interessante se non fosse facilmente strumentalizzabile dai soliti noti negazionisti, pronti ad impugnare queste “rivelazioni” per avallare la tesi secondo cui la Shoah sarebbe un’invenzione o una montatura degli ebrei per raggiungere il fine della fondazione dello Stato d’Israele. Purtroppo di gente malata che arriva a pensare queste cose ce n’è, allora attenzione a questo genere di notizie, interessanti sotto il punto di vista storiografico, ma che rischiano di diffondere inutili e dannosi sospetti di cui si farebbe volentieri a meno.

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Studio shock su Hitler: aveva origini ebraiche

e la prova è nel suo Dna

Uno studio genetico condotto sui parenti del Führer dimostra in modo scientifico che il dittatore non era affatto ariano. Ben 39 discendenti del fondatore del Reich sono stati sottoposti a esami

hitler Ebreo e pure nordafricano. Algerino, magrebino, come uno dei tanti poveracci che oggi la povertà spinge verso l’Europa. Popoli «inferiori» che non devono contaminare la purezza della «superiore razza ariana». Se qualcuno avesse voluto immaginare un «contrappasso» per Adolf Hitler nello sconosciuto girone infernale in cui si trova, non ne avrebbe potuto trovare uno più crudele. Per lui, ovviamente.
Che Hitler avesse sangue ebreo nelle vene era voce da tempo circolante, con svariate e talvolta fantasiose ipotesi. Ma ora sembra che sia la scienza a dimostrare, senza possibilità di confutazione, l’origine ebraica e forse anche nordafricana del Führer. Lo dimostrerebbe l’analisi del Dna.

A indagare sono stati due belgi, il giornalista Jean-Paul Mulders e lo storico Marc Vermeeren che, con somma pazienza hanno rintracciato ben 39 discendenti di Hitler (cosa non facile dato che tutti costoro cercano in ogni modo di nascondere l’imbarazzante parentela) dai quali hanno ottenuto altrettanti campioni di saliva. Rigorose analisi di laboratorio - scrive l’inglese Daily Telegraph che riprende la notizia dalla rivista belga Knack - avrebbero rintracciato il cromosoma Aplogruppo Eib 1b1, rarissimo fra gli occidentali e comune invece fra gli ebrei ashkenaziti e sefarditi, nonché fra i berberi del Marocco, dell’Algeria e della Tunisia. I risultati hanno ottenuto l’avallo della prestigiosa Università Cattolica di Lovanio.

Io sono Israele (video)

Vi segnalo questo video, invitandovi a diffonderlo. Un video sicuramente di parte, ma che secondo me illustra bene la situazione attuale e passata.

Gerusalemme, il luogo più sacro del mondo

Il luogo più sacro del mondo

(ma anche il più esplosivo)

A Gerusalemme c'è un monte sacro per più religioni.
Che vi aspettano il Messia, Gesù e il Profeta
Al centro delle tensioni. La cupola della roccia, alta 35 metri (come un palazzo di 12 piani) svetta sulla Spianata delle moschee. Fu costruita dal califfo Abd al Malik fra il 687 e il 691.

Una pietra, più significati. Da qui avvenne la creazione del mondo (per gli ebrei) e Maometto salì al cielo (per l'Islam)

Come ai tempi delle crociate, da decenni la tensione internazionale ha un centro nevralgico: Gerusalemme. E Gerusalemme ha un fulcro spirituale, che è anche un "detonatore" di conflitti religiosi. Gli ebrei lo definiscono Monte del tempio (Har ha-Bayt). Gli arabi la Spianata delle moschee (Haram al-Sharif).

Tensioni Israele-Libano, l’albero era sul suolo israeliano: lo afferma l’Unifil

Un chiarimento più che mai opportuno. Se poi a questo aggiungiamo che l’esercito israeliano ha avvisato l’Unifil riguardo l’operazione di manutenzione che si stava apprestando ad effettuare (definita “atto terroristico” dalla controparte) capiamo come fosse esagerata la reazione libanese. Siamo alle solite dunque…

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M.O.: UNIFIL, ALBERO AL CENTRO TENSIONI ERA SU SUOLO ISRAELIANO

(ASCA-AFP) - Beirut, 4 ago - Le Nazioni Unite hanno verificato che gli alberi abbattuti dalle truppe israeliane, che hanno provocato gli scontri con l'esercito libanese, erano sul territorio israeliano.
''L'Unifil (la forza Onu dispiegata nel sud del Paese) ha stabilito che gli alberi sradicati dall'esercito israeliano erano situati a sud della Linea Blu sul suolo israeliano'', hanno spiegato le Nazioni Unite in una nota.
Il Libano, pero', continua a rivendicare l'appartenenza di quel tratto di territorio, in particolare dell'area in cui ieri sono esplosi gli scontri tra truppe di Tel Aviv e quelle di Beirut.
''In questa particolare zona il governo libanese ha dei dubbi'' sui limiti rimarcati dalla Linea Blu (confine stabilito dall'Onu nel 2000), ha spiegato la nota sottolineando come anche il governo israeliano ha le medesime riserve su altre zone.

ghi/sam/lv

Fonte: Asca

I fantasmi della linea blu

L'ANALISI

I fantasmi della linea blu

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di SANDRO VIOLA

È probabile che la violenta sparatoria scatenatasi ieri tra le truppe libanesi e quelle israeliane sul confine tra i due paesi, con un bilancio di quattro morti (tre di nazionalità libanese e un ufficiale israeliano) non porti in tempi brevi ad una terza guerra del Libano. Il governo di Beirut non ha alcun interesse ad un conflitto con Israele.

E a Gerusalemme il governo Netanyahu si trova al momento con altre e più intricate matasse da sbrogliare che non l'eventualità d'una guerra in Libano. Dove, tra l'altro, incontrerebbe sulla strada tra la frontiera e il fiume Litani 10.000 uomini della forza internazionale Unifil inviata nella zona, quattro anni fa, dalle Nazioni Unite. E infatti, la maggior parte dei primi commenti a caldo dopo gli scontri di ieri, sembrano orientati a definirli un incidente per ora isolato.

Ma gli scambi d'artiglieria sulla "Linea Blu" (come si chiama la frontiera fissata dall'Onu tra Israele e il Libano), appaiono tuttavia preoccupanti. Essi sono giunti infatti dopo quattro giorni di eventi inattesi e sinora inspiegabili. I razzi Katyusha caduti sabato scorso su Ashkelon e Sderot nel Sinai israeliano, e i missili che domenica hanno colpito Eilat in Israele e Akaba in Giordania. Da dove siano partite quelle bordate, è ancora da stabilire. Hamas, che sulle prime era parsa responsabile di quel fuoco d'artiglieria a distanza, ha negato qualsiasi suo coinvolgimento: e la smentita è stata ritenuta, anche in Israele, credibile. Chi altro, dunque, può aver sparato nello scorso week end sul sud del Sinai e sui due porti del Mar Rosso affollati di turisti?

Israele accetta commissione d’inchiesta sui fatti della Flotilla

Inaspettatamente Netanyahu pare aver accettato le indagini da parte di una commissione d’inchiesta internazionale sui fatti della Freedom Flotilla. Non che una commissione interna israeliana sarebbe stata insufficiente nel fare chiarezza in merito (anzi), però questa decisione potrà (forse) convincere i soliti denigratori sulla buona fede del governo dello Stato ebraico a riguardo. Forse però: tanto se la commissione darà ragione alla versione dei soldati ci sarà sempre chi dirà che i “potenti” israeliani hanno pagato per una sentenza pilotata. Sempre le solite storie insomma. Senz’altro quella di Netanyahu è una mossa votata alla riappacificazione con la Turchia, alleato fondamentale nello scacchiere mediorientale.

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L'Onu vara commissione d'inchiesta
su blitz israeliano contro navi pacifisti

Netanyahu: nulla da nascondere. Razzi su Giordania e Israele, un morto.
Gaza, 33 palestinesi feriti da esplosione

Golfo dell'Aqaba ROMA (2 agosto) - Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, ha annunciato oggi che una commissione d'inchiesta di quattro esperti, tra cui un israeliano ed un turco, indagheranno sul raid israeliano contro la Freedom Flotilla del 31 maggio, che provocò 9 morti. Ban ha precisato che la commissione verrà presieduta dall'ex premier neozelandese Geoffrey Palmer e dal presidente uscente colombiano Alvaro Uribe.

L'annuncio dopo l'ok del governo israeliano. Secondo Ynet News, il premier Benjamin Netanyahu si è riunito oggi con sei ministri del suo esecutivo per dare una risposta alla richiesta avanzata dal segretario generale delle Nazioni Unite. È la prima volta che Israele accetta di partecipare a un'indagine delle Nazioni Unite che riguarda l'operato delle proprie forze di difesa.

«Israele non ha nulla da nascondere - ha detto Netanyahu - L'interesse nazionale di Israele è che vengano alla luce tutti i fatti e la verità in relazione alla vicenda della flottiglia. È un principio che noi promuoviamo». L'assenso israeliano, a quanto pare, è dovuto al fatto che la commissione avrà anche il compito di accertare eventuali responsabilità del governo turco nella vicenda. Israele è convinto che l'Ong turca organizzatrice della flottiglia abbia operato d'intesa con il governo turco se non su sua istigazione.