Israele accetta commissione d’inchiesta sui fatti della Flotilla

Inaspettatamente Netanyahu pare aver accettato le indagini da parte di una commissione d’inchiesta internazionale sui fatti della Freedom Flotilla. Non che una commissione interna israeliana sarebbe stata insufficiente nel fare chiarezza in merito (anzi), però questa decisione potrà (forse) convincere i soliti denigratori sulla buona fede del governo dello Stato ebraico a riguardo. Forse però: tanto se la commissione darà ragione alla versione dei soldati ci sarà sempre chi dirà che i “potenti” israeliani hanno pagato per una sentenza pilotata. Sempre le solite storie insomma. Senz’altro quella di Netanyahu è una mossa votata alla riappacificazione con la Turchia, alleato fondamentale nello scacchiere mediorientale.

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L'Onu vara commissione d'inchiesta
su blitz israeliano contro navi pacifisti

Netanyahu: nulla da nascondere. Razzi su Giordania e Israele, un morto.
Gaza, 33 palestinesi feriti da esplosione

Golfo dell'Aqaba ROMA (2 agosto) - Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, ha annunciato oggi che una commissione d'inchiesta di quattro esperti, tra cui un israeliano ed un turco, indagheranno sul raid israeliano contro la Freedom Flotilla del 31 maggio, che provocò 9 morti. Ban ha precisato che la commissione verrà presieduta dall'ex premier neozelandese Geoffrey Palmer e dal presidente uscente colombiano Alvaro Uribe.

L'annuncio dopo l'ok del governo israeliano. Secondo Ynet News, il premier Benjamin Netanyahu si è riunito oggi con sei ministri del suo esecutivo per dare una risposta alla richiesta avanzata dal segretario generale delle Nazioni Unite. È la prima volta che Israele accetta di partecipare a un'indagine delle Nazioni Unite che riguarda l'operato delle proprie forze di difesa.

«Israele non ha nulla da nascondere - ha detto Netanyahu - L'interesse nazionale di Israele è che vengano alla luce tutti i fatti e la verità in relazione alla vicenda della flottiglia. È un principio che noi promuoviamo». L'assenso israeliano, a quanto pare, è dovuto al fatto che la commissione avrà anche il compito di accertare eventuali responsabilità del governo turco nella vicenda. Israele è convinto che l'Ong turca organizzatrice della flottiglia abbia operato d'intesa con il governo turco se non su sua istigazione.

Cinque razzi hanno colpito oggi la città giordana di Aqaba, sul Mar Rosso - uccidendo una persona e ferendone almeno cinque - e l'adiacente città israeliana di Eilat, dove invece non hanno causato vittime e neppure danni. La località dalla quale sono partiti i razzi di tipo Grad non è stata accertata, ma la polizia israeliana presume che si trovi nel Sinai egiziano. Una possibilità però che fonti dei servizi di sicurezza egiziani hanno escluso, affermando che l'area, in quanto confinante con Israele, è sottoposta a controlli ferrei. L'attacco non è stato finora rivendicato da nessun gruppo terroristico. In Israele si sospetta che dietro l'operazione vi sia un gruppo radicale islamico.

I razzi sono caduti sulle due città poco prima delle ore otto locali (le sette in Italia). Secondo un comunicato emesso dalle autorità giordane, un razzo Grad è esploso davanti all' Hotel Intercontinental, nel centro della città di Aqaba, uccidendo l'autista di un taxi e ferendo altre cinque persone. L'hotel è pieno di turisti e la Farnesina ha attivato tutti i canali per accertare l'eventuale presenza di italiani. A Eilat, un abitante, Avi Cohen, ha detto di aver sentito una serie di scoppi che hanno scosso lo stabile in cui si trovava. Il capo del locale distretto di polizia Moshe Cohen ha detto che finora nella città non stati trovati segni delle esplosioni e ha ipotizzato che alcuni razzi siano esplosi in mare e che siano stati lanciati dal Sinai. Non si esclude che l'attacco sia una risposta di Hamas all'esplosione in uno stabile abitato da un responsabile del suo braccio armato a Dir El Balah, nel sud della striscia di Gaza, che la scorsa notte ha causato il ferimento di una trentina di persone. Hamas ha accusato Israele, ma quest'ultimo ha negato che le sue forze armate abbiano operato nell'area.

Aqaba era già stata colpita da un razzo lo scorso 22 aprile, senza subire vittime. Prima ancora nel 2005, razzi erano stati sparati contro una nave da guerra americana ancorata nel porto di Aqaba senza colpire il bersaglio, ma uccidendo un soldato giordano.

Gaza, esplosione nel campo profughi, 33 feriti. Trentatre palestinesi sono rimasti feriti per una esplosione nel campo profughi di Deir al Balah, nel sud della città di Gaza. L'esplosione ha distrutto una casa dove vive un responsabile del braccio armato del movimento islamico Hamas, le Brigate Ezzedine al Kassam, ferendo gravemente una donna e più leggermente gli altri residenti. I servizi di sicurezza di Hamas hanno parlato di un bombardamento israeliano, ma la circostanza è stata negata da un portavoce militare di Israele.

Fonte: Il Messaggero