“Voi avete visto ciò che ho fatto all’Egitto: portandovi [come] su ali d’aquila, vi ho condotti a me. E ora, se ascolterete la Mia voce e osserverete il Mio patto, sarete per Me il tesoro [più amato] tra tutti i popoli, poiché tutta la terra Mi appartiene. E voi sarete per me un regno di prìncipi e una nazione santa!” (Esodo 19, 4-6)
La definizione di “popolo eletto” pesa sugli ebrei, da secoli. Molta gente considera questa definizione un chiaro segno del razzismo ebraico: “un popolo che si sente superiore agli altri, ma chi si crede di essere?”; questo potrebbe essere, in linea di massima, il pensiero diffuso in molte persone a riguardo.
Una definizione, quella di “popolo eletto”, che talvolta arriva a riguardare persino la questione mediorientale tra israeliani e palestinesi: capita frequentemente che le operazioni militari israeliane atte a prevenire il terrorismo o a replicare ad un attacco subìto, vengano commentate da qualcuno con parole del tipo: “beh, loro sono il popolo eletto quindi si sentono giustificati a fare qualsiasi cosa”. Quasi come a volere, in un certo senso, depistare (forse involontariamente o forse no) dalle reali motivazioni dietro a queste operazioni (che sono evidentemente tutto tranne che a fini religiosi).