Incriminato soldato israeliano per omicidio in operazione “Piombo fuso”

Questa notizia è dedicata a chi non si fida delle indagini interne israeliane in merito ad operazioni militari. Per chi se lo fosse dimenticato (o si ostini a non capirlo), Israele è una democrazia: come in Italia è stata una commissione interna ad indagare sui fatti del G8 di Genova, anche lo Stato ebraico ha diritto ad indagini interne quando si tratta delle vicende che lo riguardano. Soprattutto se ci sono sufficienti garanzie che queste siano equilibrate ed obiettive.

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Gaza, incriminato soldato israeliano per l’operazione Piombo fuso

Il militare deve rispondere di omicidio durante l’offensiva nella Striscia

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Roma, 6 lug (Il Velino) - Sarà incriminato per omicidio un soldato israeliano che durante l’operazione Piombo fuso aprì il fuoco e uccise due donne palestinesi, madre e figlia. Lo ha annunciato il procuratore capo delle Israeli Defence Force, Avihai Mandelblit, che ha anche disposto una procedura disciplinare contro un tenente colonnello e sanzionato un altro ufficiale per aver violato il protocollo stabilito per l’offensiva lanciata nella Striscia nel dicembre 2008. Secondo quanto precisa la stampa israeliana, il primo caso si riferisce a fatti avvenuti il 4 gennaio del 2009, quando alcuni soldati israeliani fermarono un gruppo di civili a Gaza City – composto da una trentina di persone, in maggioranza bambini -, pronti a intervenire in caso ci fossero stati militanti nascosti tra loro.

Uno dei militari, un sergente, ha aperto il fuoco contro le due donne – Raya Salama Abu Hajaj, di 64 anni, e la figlia Majda, di 35 -, poi decedute per le ferite riportate. Dalle ricostruzioni è emerso che nessuno dei suoi superiori gli avesse dato ordine di sparare. Ora, il soldato deve rispondere di omicidio. L’incriminazione arriva nel giorno dell’incontro alla Casa Bianca tra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente americano Barack Obama. Al centro dei colloqui le prospettive di pace in Medio Oriente e le tensioni con la Turchia dopo il blitz a bordo della flottiglia di navi cariche di aiuti, bloccata in acque internazionali dai corpi speciali israeliani. Nell’operazione dello scorso 31 maggio sono rimasti uccisi nove attivisti turchi.

Fonte: Il Velino