La circoncisione: quando religione e medicina vanno d’accordo

La circoncisione ebraicaRiguardo la circoncisione la Torà si esprime in questi termini: “all’ottavo giorno si circonciderà la carne del prepuzio1.

Quello della circoncisione, in ebraico brit milà, rientra indubbiamente tra i precetti più noti dell’ebraismo. Di importanza fondamentale, esso verrà osservato dal popolo ebraico in eterno e con gioia anche nei periodi di persecuzioni2.

La Torà ordina esplicitamente e senza lasciare spazio ad equivoci di effettuare la circoncisione proprio all’ottavo giorno. Non un giorno prima, non un giorno dopo. [Salvo problemi di salute che costringano a posticiparne la data, ndt]

Benché non ci sia possibile entrare nel merito delle reali motivazioni che giacciono alla base dei precetti della Torà, rimane opportuno soffermarsi su alcune sorprendenti scoperte scientifiche riguardo ai mutamenti fisiologici che si verificano proprio all’ottavo giorno di vita del neonato.

Quando si crea una ferita, gli agenti responsabili della coagulazione si solidificano per produrre la fibrina (indicata dalle frecce)Seguono le parole della dott.sa Ayalà Abrahamov, professore ordinario presso la Facoltà di Medicina Pediatrica dell’Università Ebraica di Gerusalemme, riportate nell’articolo intitolato Problemi di Coagulazione e di emorragie nel Neonato3:

“Il sistema di coagulazione dipende da alcuni tipi di proteine – le piastrine – prodotti dal fegato. Queste sostanze, contrassegnate dai numeri romani I-XIII, operano in sequenza, con l’ausilio di enzimi, fino alla formazione di un grumo stabile detto “fibrina”. Nei primi giorni successivi alla nascita, il fegato non è sufficientemente sviluppato per compiere le funzioni di cui sopra; pertanto, qualunque operazione chirurgica eseguita in quel periodo su un neonato – il cui corpo non dispone ancora della facoltà di interrompere il flusso sanguigno – sottoporrebbe il bambino al rischio di grave emorragia. Le emorragie, talvolta molto abbondanti, possono provocare gravi conseguenze ad organi interni – soprattutto al cervello – ed essere causa di morte da collasso e dissanguamento.

Il dott. Armand James QuickNel corso dei primi giorni di vita del neonato, il fegato si sviluppa lentamente finché, all’ottavo giorno, è abbastanza maturo per compiere la sua funzione, creando i grumi necessari all’interruzione del sanguinamento”.

A questo proposito è importante precisare che alcuni ricercatori non ebrei, tra i quali il dott. Armand James Quick (fisico e fisiologo americano vissuto a Theresa, nel Wisconsin, tra il 1894 e il 1978), rimasero molto colpiti dal nesso esistente fra lo sviluppo delle facoltà del corpo umano di interrompere sanguinamenti ed emorragie e la collocazione nel tempo del brit milà.

Nel giugno del 2000 fu pubblicata la ristampa aggiornata del bestseller americano Nessuna Malattia4 del dott. S. I. McMillen. Senza mascherare il proprio entusiasmo, l’autore fa notare che nei primi giorni di vita il neonato soffre di una notevole carenza di sostanze coagulanti, mentre, a partire dall’ottavo giorno, la glicoproteina coagulante presente nel sangue – detta protrombina – raggiunge il livello medio del cento per cento.

Immediatamente prima dell’ottavo giorno, il contenuto di sostanze coagulanti aumenta rapidamente, per elevarsi fino al centodieci per cento della norma all’ottavo giorno stesso!

Il grafico raffigura il contenuto di sostanze coagulanti presenti nel sangue del neonato nel corso dei suoi primi giorni di vitaIn altri termini, è all’ottavo giorno di vita che le sostanze coagulanti raggiungono i livelli massimi, di molto superiori rispetto al tasso che accompagnerà l’essere umano medio per il resto dei suoi giorni.

Di seguito le parole del dott. McMillen: “Dovremmo encomiare le molte centinaia di ricercatori che, per lunghi anni, hanno lavorato a gran prezzo per scoprire che il giorno che offre le migliori garanzie di sicurezza per eseguire una circoncisione è l’ottavo. Tuttavia, pur riconoscendo alla scienza medica i suoi meriti per questa recente scoperta, ci par quasi di sentire il fruscio delle pagine della Bibbia, che vorrebbero ricordarci che, quattromila anni or sono, nell’iniziare la pratica della circoncisione con Abramo, D-o disse: “All’età di otto giorni, ogni maschio sarà circonciso…5. Abramo non scelse l’ottavo giorno dopo molti secoli di esperimenti basati su tentativi ed errori. Né lui, né nessun altro della comitiva che era partita con lui dall’antica città di Ur dei Caldei era stato circonciso. Il giorno era stato scelto dal Creatore…”.•

E’ qui possibile percepire in maniera quasi tangibile la presenza della mano di D-o che diede la Torà al popolo ebraico e che controlla e guida il creato in ogni momento. Fu Lui – e Lui solo – a far coincidere il giorno di maggiore livello di coagulazione del sangue con quello in cui deve essere effettuata la circoncisione.••

Basso tasso di sostanze coagulanti Medio tasso di sostanze coagulanti Alto tasso di sostanze coagulanti


Approfondimenti
• A questo punto, è fondamentale precisare che la richiesta di effettuare la circoncisione all’ottavo giorno, non dipende dal fatto che esso è considerato il più opportuno dal punto di vista salutare. Al contrario, D-o scelse l’ottavo giorno per ragioni a Lui note e, di conseguenza, fece sì che una quantità sufficiente di sostanze coagulanti fosse presente nel sangue in quel giorno, rendendo possibile l’esecuzione del precetto della milà6. Come dissero i saggi: “Il Santo guardò la Torà e creò il mondo”7. In altri termini, il mondo venne creato in base ai dettami della Torà e non viceversa.

•• Oltre alla questione concernente il giorno della circoncisione, si sono scoperti altri benefici importanti che il brit milà apporta alla salute dell’uomo. In tutte le parti del corpo, la pelle aderisce agli strati sottostanti, proteggendoli dall’eventuale infiltrazione di batteri; viceversa, nel caso del prepuzio, la pelle causa l’aumento della presenza di batteri, spore e funghi. Essa, infatti, non aderisce completamente al glande e il piccolo spazio presente all’estremità dell’organo genitale maschile consente l’infiltrazione di agenti infettivi. Questa zona calda, oscura e umida risulta pertanto altamente esposta allo sviluppo di germi e malattie infettive. La rimozione del prepuzio consente dunque di mantenere sana e in buone condizioni igieniche questa delicata parte del corpo.
Per tale ragione, tutti i maschi della casa reale del Regno Unito vengono sottoposti a una circoncisione eseguita da un circoncisore ebreo (mohèl). Per citare un esempio, il principe Carlo – l’erede al trono – venne circonciso dal Rabbino Jacob Snowman, mohèl ufficiale della Comunità Ebraica di Londra8. Di recente, infine, si è scoperto che le probabilità di venire contagiati dal virus HIV sono sei volte maggiori negli uomini non circoncisi rispetto a quelli che hanno subito l’intervento9.
Malgrado quanto sopra esposto, è ovvio che il motivo reale della circoncisione non va ricercato nei suoi benefici salutari, bensì nel suo eccelso valore spirituale. Nondimeno, come ribadito più volte nel corso dei capitoli precedenti [del libro da cui è tratto questo testo, ndr], tutti i precetti divini apportano all’uomo anche benessere materiale e fisico.
Infine, come spunto a ulteriori riflessioni, è interessante osservare che il prepuzio esiste solo nell’uomo e in nessun’altra creatura del mondo.



Note e fonti

1. Levitico 12, 2-3.

2. Cf Talmud Shabbàt 130a.

3. Assia (ebraico: Gerusalemme; Istituto di ricerca Medico-Halachica a nome del dott. Falk Schlesinger; volume III, pag. 384).

4. Le parole del dott. McMillen sono qui parafrasate. Egli cita, tra gli altri, i ricercatori Owen e Zeffren dell’Università di Iowa, negli Stati Uniti, che hanno condotto degli esperimenti nell’ambito della coagulazione del sangue. Ulteriori fonti: Holt, L. E. e R. Macintosh, Holt Pediatrics (New York: Appelton-Century-Crofts, 1953; XII edizione, pag. 125). Si veda anche il libro di Y. Merose, Hashem: Il Presente (ebraico), pag. 61. Un altro libro che analizza i vari aspetti della circoncisione da una prospettiva autenticamente ebraica è Sanctity and Science di Yonatan Goldberger (Gerusalemme-New York; Feldheim, 1991).

5. Genesi 17, 12.

6. Secondo la Cabalà, il numero sei rappresenta la natura limitata della realtà – i quattro punti cardinali, l’alto e il basso – mentre il sette si riferisce allo spirito che anima la materia: per questo motivo il mondo materiale venne creato in sei giorni, seguiti dal santo Shabbàt, giorno di riposo e di spiritualità. Il numero otto simboleggia, invece, la spiritualità che trascende la natura e la materia. La circoncisione si effettua, dunque, all’ottavo giorno dalla nascita, anche qualora esso dovesse coincidere con lo Shabbàt, nonostante di norma siano vietati interventi chirurgici di importanza non vitale.

7. Zohar II, 161a

8. L’assunzione di un mohèl ebreo al posto di un chirurgo può risultare una scelta molto saggia. Infatti, l’esperienza secolare dei mohalìm sommata a quella pratica acquisita nei corsi di preparazione, conferisce loro la facoltà di far fronte ad eventuali complicazioni. Nella rivista Shanà Beshanà il dott. Mordechai Halperin scrive che la legge ebraica conferisce ai mohalìm le conoscenze necessarie per affrontare casi e sintomi particolari a malapena menzionati nella letteratura medica. Questo spiega, ad esempio, una delle fasi forse più singolari del rituale della circoncisione, ossia la metzitzà o suzione. Il dott. Halperin ha scoperto che nel caso della malattia congenita dell’ipospadia, la circoncisione può apportare un cambiamento alla struttura normale dei vasi sanguigni, riducendo il livello di ossigeno presente a causa di un restringimento delle vene (ipossia). L’esecuzione della metzitzà nel punto in cui è stata effettuata la circoncisione dilata, invece, i vasi sanguigni e impedisce che si verifichi la condizione di cui sopra.

9. Cf The Lancet, 369, 9562, pagg. 617-619, che riporta due grandi ricerche condotte in Africa, dalle quali è emerso che la circoncisione riduce del sessanta per cento il rischio di contrazione del virus HIV. Il prepuzio, infatti, costituisce un terreno fertile per la generazione di malattie infettive.

Tratto da: Zamir Cohen, La Grande Svolta, Mamash, da pag. 141 a pag. 144.