Domani saranno esattamente quattro anni che il caporale israeliano Gilad Shalit, allora diciottenne e oggi ventiduenne, è tenuto in ostaggio dai militanti di Hamas in un luogo non ben precisato della Striscia di Gaza.
E’ stato rapito il 24 giugno 2006 a Kerem Shalom, una città israeliana vicina al confine con Gaza quando guerriglieri palestinesi sono penetrati in Israele attraverso un tunnel sotterraneo. Durante l’assalto, rivendicato dalle brigate Ezzedim Al Qassam (il braccio armato di Hamas), sono rimasti uccisi due soldati israeliani e ne sono rimasti feriti quattro. Tutto questo più o meno nello stesso periodo in cui sono stati rapiti anche Ehud Goldwasser e Eldad Regev (che poi furono uccisi) da miliziani Hezbollah. Eventi che causarono quell’anno i conflitti di Gaza e Libano. Enorme fu lo sdegno in Israele e in tutto il mondo: in particolare il padre del ragazzo, Noam Shalit, ha fatto più volte appello alle autorità, israeliane ed internazionali, per chiedere la liberazione del giovane figlio.
Inizialmente sembrava che il governo israeliano non fosse disposto a trattare con i rapitori, che chiedevano la liberazione di tutte le donne e di tutti i palestinesi minori di diciotto anni detenuti nelle carceri israeliane in cambio di informazioni sul soldato prigioniero. In seguito le richieste sono aumentate, chiedendo la liberazione di mille detenuti palestinesi (sempre in cambio di informazioni e non della sua liberazione). Il tutto sempre con la mediazione di paesi stranieri, come l’Egitto, dato che il governo israeliano non ha alcun tipo di rapporto con Hamas.
Dopo anni di tira e molla, di notizie date e poi smentite, un accordo con i rapitori è stato raggiunto: la liberazione di una ventina di detenute palestinesi in cambio del rilascio di un video come prova della buona salute del soldato rapito. Il video infatti è stato rilasciato il 2 ottobre 2009.
Il ragazzo ha in mano una copia del quotidiano locale come prova della data in cui è stato girato il video e sembra essere in buone condizioni. La diffusione delle immagini ha in un certo senso tranquillizzato l’opinione pubblica sulle condizioni del ragazzo (di cui non c’era nemmeno la prova certa che fosse in vita). Il governo Netanyahu ha fatto un’offerta di scambio di prigionieri (centinaia di palestinesi scarcerati in cambio di un solo israeliano), che evidentemente non è ancora stata accolta.
Ad aprile è stato rilasciato un nuovo aberrante video riguardante il ragazzo tenuto in ostaggio. Si tratta di un cartone animato che ritrae il padre di Gilad, Noam, che ormai invecchiato aspetta finalmente di riabbracciare il figlio: invece si ritrova davanti la sua bara.
Manifestazione a di solidarietà a Roma
Per aiutare in qualche modo la sua liberazione, al ragazzo è stata data la cittadinanza onoraria di Parigi e di Roma. In particolare, la sera del 25 giugno 2010 è prevista una manifestazione di solidarietà proprio a Roma, in cui, tra l’altro, verranno anche spente le luci del Colosseo come gesto di solidarietà per il ragazzo. Saranno presenti il sindaco Alemanno e anche il padre di Gilad, Noam Shalit.