Ieri sera a Roma, tra il Colosseo e l’arco di Costantino si è tenuta la manifestazione a favore del rilascio del soldato israeliano Gilad Shalit, rapito quattro anni fa dal braccio armato di Hamas.
Circa cinquemila presenze, almeno stando a quanto riportato su Repubblica (anche se personalmente non mi sembravano così tanti). Sul palco si sono presentate personalità istituzionali come il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente della provincia Nicola Zingaretti e il presidente della regione Lazio Renata Polverini. Presenti all’evento, tra gli altri, anche Giuliano Ferrara (del quotidiano Il Foglio), Andrea Ronchi e Lorenzo Cesa (UDC), oltre alle personalità della comunità ebraica di Roma come Riccardo Pacifici e il rabbino capo Riccardo Di Segni.
La manifestazione non può certamente essere paragonata a quella dell’Israel Day avvenuta qualche anno fa in quanto a numero di partecipanti, ma è stata comunque molto intensa e sentita. Tra i vari comizi delle personalità presenti (alcuni dei quali anche molto veementi come quelli di Ronchi e Pacifici), da notare la provocazione di Giuliano Ferrara: “mandiamo una nave intitolata a Gilad Shalit verso Gaza, senza fionde, senza spranghe, solo per chiedere dove sia per riportarlo a casa”.
Ma l’evento più atteso della serata è stato l’intervento del padre di Gilad, Noam Shalit, presente anch’egli all’evento. Di seguito un estratto del suo discorso.
Verso la fine della manifestazione arriva l’ordine del sindaco di Roma: “si spegnino le luci del Colosseo” (anzichè “si spengano”).
A sottolineare il fatto che si trattava di una manifestazione per la pace, semmai ce ne fosse il bisogno, a seguire c’è stata la proiezione della versione italiana di questo video, realizzata dagli alunni della scuola elementare ebraica Vittorio Polacco.
Dopo la proiezione è seguita l’intonazione dell’inno israeliano Haatikva, seguito da quello italiano. Un modo per gli ebrei romani di ribadire la loro appartenenza allo Stato d’Israele con il cuore e a quello italiano nei fatti. Da notare che subito dopo il Colosseo è stato riacceso: il buio sarà durato all’incirca venti minuti. Ci si sarebbe aspettata una notte intera con il monumento spento, così da attirare l’attenzione di più gente.
Manifestazione parallela in Campidoglio
Contemporaneamente è stata indetta una contro-manifestazione a favore del rilascio dei palestinesi detenuti in Israele in piazza del Campidoglio. Alla fine dell’evento del Colosseo alcuni manifestanti pro-Israele sono passati nelle sue vicinanze, a quanto pare per raggiungere auto e motorini lasciati vicino al Ghetto per tornare a casa, e a ne è nata una colluttazione violenta. A sedare gli animi è intervenuta la polizia in tenuta antisommossa.
Alcune immagini dell’accaduto, di cui la portavoce della Comunità ebraica di Roma Ester Mieli ha diramato la sua versione dei fatti, sono state pubblicate dall’agenzia fotografica EIDON. Di indagare sulle responsabilità dell’accaduto si sta occupando la Digos, che sta esaminando le immagini registrate dalle telecamere.
Peccato che questo fatto abbia in parte oscurato all’attenzione dei media gli scopi pacifici della manifestazione del Colosseo.
Sull’opportunità di paragonare il rapimento di Gilad Shalit alle detenzioni israeliane mi ero già espresso in un intervento specifico che vi invito a leggere semmai vi fosse sfuggito.