Tarocchi giornalistici


Se avete un minimo di esperienza su internet e vi è capitato qualche volta di volervi informare da soli circa un avvenimento o una notizia, anche solo per approfondire un argomento, sicuramente avrete notato quanta monnezza giri in rete. Basta inserire una parola chiave (un esempio a caso: "Israele") e cercare su Google: centinaia di pagine, in varie lingue, tra enciclopedie online, siti di news, blog...

Ecco, di solito sono proprio i blog - che contengono news fai-da-te (come anche il presente) e dove spesso si segue un ben preciso orientamento politico (non è il caso di questo blog, anche se il punto di vista dell'autore traspare) - che nascondono al loro interno la quantità maggiore di informazioni "spazzatura". Di solito per portare avanti la propria ideologia o la propria opinione si sceglie di pubblicare notizie parziali, tratte a loro volta da altri blog, spesso senza precisare chiaramente la fonte da cui le notizie sono tratte. Un consiglio che mi sento di darvi, anche quando leggete questo blog (perché no), è di confutare sempre le notizie che trovate su internet in altri siti: guardate bene chi ha pubblicato la notizia, guardate se la stessa informazione si trova in più di un sito; solo se la fonte è affidabile merita la vostra attenzione, altrimenti molto probabilmente si tratta di bufale o di informazioni scorrette.

Purtroppo la vita per la gente che ha voglia di informarsi diventa ogni giorno più difficile, perché è sempre più complicato districarsi tra le informazioni spazzatura e quelle veritiere. Oggi giorno purtroppo non basta cercare informazioni nei siti apparentemente più affermati perché anche le fonti più affidabili potrebbero nascondere dei tarocchi.

Un esempio lampante è l'agenzia di stampa Reuters. Di solito ci si dovrebbe sentire abbastanza al sicuro se si legge una notizia emessa da un organo di stampa così importante nel mondo: eppure in più di una occasione sono stati accertati dei ritocchi al computer di alcune fotografie pubblicate proprio dall'agenzia di stampa britannica.

L'ultimo esempio? Proprio in occasione dell'abbordaggio della Freedom Flotilla. Come possiamo leggere dal blog di Claudio Pagliara, corrispondente Rai in Israele, alcune fotografie inedite dei pestaggi degli attivisti sui soldati israeliani sono state pubblicate dal quotidiano turco Hurryiet, per poi essere ripresi proprio dalla Reuters. Osserviamo le differenze tra le foto pubblicate dalle due fonti.

Immagine di Hurriyet

Immagine della Reuters

Come si può osservare, nell'immagine pubblicata dalla Reuters manca un coltello. Un dettaglio che rende l'immagine un po' meno scandalosa a sfavore degli attivisti, come a voler nascondere le loro colpe. Ecco qui sotto un altro caso analogo.

Immagine di Hurryiet


Immagine della Reuters


Anche in questo altro caso si vede bene come nell'immagine della Reuters manchino alcuni dettagli che vanno a discapito della posizione degli attivisti. Come a volerli almeno in parte coprire.

Dei simili tarocchi non sono nemmeno così semplici da fare, ma occorre del tempo per effettuare il montaggio delle immagini: dunque qualcuno si è proprio messo a farlo, non può trattarsi di una "svista" o di un errore ma di un vero e proprio tentativo di camuffare la verità. Chi potrebbe mai aspettarselo dalla Reuters, che gode di tale fiducia da fornire spesso lei stessa i contenuti audio-video per altri media quali network televisivi e giornali? Che informazioni diffonde? Perché?

Viene da chiedersi se un caso isolato possa definitivamente mettere in dubbio la credibilità di un'agenzia di stampa così blasonata: in realtà non si tratta neppure di un caso isolato perché addirittura c'è un altro precedente! In occasione della guerra in Libano del 2006 fu diffusa una fotografia che ritraeva Beirut sotto i bombardamenti israeliani: la Reuters aumentò il fumo dell'immagine, in modo da renderla più cruda, in modo da mostrare uno scenario ancora più devastato, sempre per andare contro Israele.

Immagine originale


Immagine modificata dalla Reuters


Altro che caso isolato dunque, qui si tratta evidentemente di una prassi ben collaudata (peraltro sempre a discapito della stessa "fazione", quella israeliana). Eppure in questo caso anche nella foto originaria il fumo è presente e ben visibile: a che scopo aumentarlo rischiando così di essere "scoperti" e quindi vanificando tutto il lavoro giornalistico che viene, di conseguenza, messo interamente in discussione? Una domanda a cui francamente non trovo risposta, però fatto sta che il fotomontaggio c'è e si vede.

Avevo concluso l'articolo riguardante l'abbordaggio della Freedom Flotilla scrivendo "non bisogna escludere nemmeno l'ipotesi secondo cui in realtà tutti questi video (rilasciati dall'IDF e pubblicati nell'articolo, ndr) potrebbero benissimo anche essere dei falsi". Questo presupponendo una certa faziosità inevitabile della fonte da cui erano tratti (l'esercito israeliano che li ha diffusi sul suo canale YouTube). Ma come si può ben vedere anche le fonti sulla carta più affidabili potrebbero in realtà star diffondendo menzogne. Che se da un blog possono anche essere tollerate (non accettate però) da un'agenzia di stampa ci si dovrebbe aspettare professionalità e buona fede. Evidentemente purtroppo non è così.

A questo punto oggi risulta più credibile l'IDF che non la Reuters. Anche se il tarocco potrebbe essere dietro l'angolo: sempre in guardia allora!